20 novembre 2016

I DESERVE




C'è un senso di implosione imminente nel meraviglioso corto di Mikel Guillen,un malessere che si muove sottotraccia come le foglie morte accarezzate dall'acqua , una tranquillità irrequieta che si protrae in un eterno senso di instabilità ,un flusso che non può arrestarsi.

C'è la semplicità di una natura primordiale ma dura solo pochi attimi, eclissata da un austero monolite grigio, un mosaico di specchi che assomiglia ad una grata che cattura il cielo, massima espressione del capitalismo che irradia una glacialità chirurgica sovrastante.

Una perfezione architettonica che ha reso automi gli esseri umani che abitano i suoi spazi,una sfilza infinita di gabbie camuffate da uffici, un silenzio assordante che se ascoltato nel modo giusto rende ancora percepibile il senso di frustrazione che riecheggia in quel labirinto di corridoi.

C' anche una donna ,o meglio, ciò che ne resta.
Un fascio di nervi che trasuda frustrazione , la consapevolezza di meritare una vita migliore, magari una posizione di prestigio o più semplicemente l'essere valorizzata come persona.
Un'ideale che si scontra con la realtà di essere solo un ingranaggio all'interno di un meccanismo dove tutto è sostituibile e nessuno è fondamentale.

Psicosi, tic e spasmi : una battaglia interiore per non annegare, lo stridio delle unghie di chi si trascina con tutte le forze per sfuggire dal suono del  risucchio di un buco nero .

Essere o apparire ?

Il suo sguardo urla, ma è un grido che non verrà udito.





13 novembre 2016

DENTRO




C'è una quiete che lascia attoniti nel corto di Emiliano Rocha Minter, una natura che nella sua vastità racchiude un'altro tipo di immensità non quantificabile, invisibile ma sovrastante, uno stridio che lacera da dentro.
Liane che strisciano, il suono secco di un ascia, respiri pesanti , gli unici suoni che rompono un silenzio che sa di resa.

Non c'è più niente da dire.

Uno sguardo di intesa fra due ragazzi che forse sono amici, forse non si conoscono neppure ma entrambi sanno che c'è ancora un pezzo di strada da percorrere assieme , un altro albero da abbattere, un altro tronco da legare, una buca da scavare... ogni manciata di erbaccia che viene estirpata, ogni affondo di vanga nel terreno, ogni picconata è un tassello che a poco a poco svela il motivo di tanto impegno.

Il progetto è ultimato, la costruzione è completa.

Quell'ammasso di legno e di foglie è un monolite di solidarietà,  un ultimo gesto di  umanità dietro  un'amarezza che a stento trattiene le lacrime .

C'è un ultimo pezzo di strada da percorrere ma bisogna farlo da soli e quella corda davanti agli occhi è una miccia da innescare , corta come la vita , lunga come l' ultimo attimo di raccoglimento prima di chiudere il sipario.

Cenere alla cenere, polvere alla polvere.