1 gennaio 2017

MY SONG IS SUNG




Se il cinema di Ramir è a tutti gli effetti un viaggio questo suo ultimo tassello rappresenta sicuramente il capolinea, se non altro per quanto riguarda questa vita terrena.
Per la prima volta nel cinema del regista neozelandese le sagome distorte di un umanità indefinita che vaga senza meta sono scomparse del tutto lasciando spazio ai luoghi che sono stati testimoni di quelle esistenze.

La mia canzone è stata cantata ma il suo eco risuona ancora indelebile nella memoria del tempo.

E' dentro ai muri, impressa lì, in quel cucchiaio impolverato, in quella mela che non verrà mangiata , in quella cornetta del telefono che nessuno alzerà.

Un ultima malinconica visita a ciò che ho lasciato.

Ma non sono morto.

Sono andato verso il mare, sulle pescose vie della morte dove non ci sono restrizioni.

Qui, nei meandri dell'eternità , giaccio freddo e solo.

Ascolto l'erba frusciare.