20 novembre 2016

I DESERVE




C'è un senso di implosione imminente nel meraviglioso corto di Mikel Guillen,un malessere che si muove sottotraccia come le foglie morte accarezzate dall'acqua , una tranquillità irrequieta che si protrae in un eterno senso di instabilità ,un flusso che non può arrestarsi.

C'è la semplicità di una natura primordiale ma dura solo pochi attimi, eclissata da un austero monolite grigio, un mosaico di specchi che assomiglia ad una grata che cattura il cielo, massima espressione del capitalismo che irradia una glacialità chirurgica sovrastante.

Una perfezione architettonica che ha reso automi gli esseri umani che abitano i suoi spazi,una sfilza infinita di gabbie camuffate da uffici, un silenzio assordante che se ascoltato nel modo giusto rende ancora percepibile il senso di frustrazione che riecheggia in quel labirinto di corridoi.

C' anche una donna ,o meglio, ciò che ne resta.
Un fascio di nervi che trasuda frustrazione , la consapevolezza di meritare una vita migliore, magari una posizione di prestigio o più semplicemente l'essere valorizzata come persona.
Un'ideale che si scontra con la realtà di essere solo un ingranaggio all'interno di un meccanismo dove tutto è sostituibile e nessuno è fondamentale.

Psicosi, tic e spasmi : una battaglia interiore per non annegare, lo stridio delle unghie di chi si trascina con tutte le forze per sfuggire dal suono del  risucchio di un buco nero .

Essere o apparire ?

Il suo sguardo urla, ma è un grido che non verrà udito.





1 commento:

  1. Non trovo più la tua mail (probabilmente perché ho dovuto cambiare la mia)... Nel caso scrivimi tu a oltreilfondo@aol.com

    :)

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