20 maggio 2016

PAL ADRIENN




Mettetevi comodi, fate un lungo e respiro e preparatevi a leggere quanto sto per scrivere perché Pal Adrienn non solo la reputo la mia miglior traduzione (sub ita su Asianworld) ma è anche uno di quei film che mi sono rimasti talmente tanto nel cuore che è un dovere morale divulgarlo e analizzarlo in ogni singola sfaccettatura in modo da farvi capire che regista incredibile è la mia pupilla Agnes Kocsis.

Agnes pur essendo relativamente giovane e con alle spalle solo due lungometraggi, è riuscita già a delineare un suo personalissimo stile che rende i suoi film riconoscibili immediatamente.
Il suo è un cinema che parla di solitudine, di alienazione, di persone che non sanno stare nella società o comunque fanno molta fatica a essere accettate da essa ma a differenza di altri registi che hanno affrontato anche meglio queste tematiche (penso ad Antonioni, Tsai Ming-liang, Bartas per citarne alcuni) i personaggi della Kocsis non sono elementi borderline ma persone normalissime che conducono un esistenza quasi del tutto simile alla nostra, persone con un lavoro, una famiglia, del tempo libero ma perennemente insoddisfatte e infelici, e proprio per questo risulta facile immedesimarsi nelle loro storie.
Un altra peculiarità del suo cinema è la sottilissima ironia nera che avvolge le storie dei suoi personaggi, un ironia che però anziché stemperare i toni della vicenda rende tutto più amaro e beffardo come ampiamente sottolineato nel finale del suo meraviglioso esordio Friss Levego o in modo ancora più corrosivo in questo Pal Adrienn.


Ma andiamo con ordine.


La nostra protagonista (e che protagonista, una monumentale Eva Gabor) è Piroska Fedor, un infermiera trentenne che lavora nel reparto malati terminali di un ospedale,il St,Andrew Hospital.
Le sue giornate trascorrono nella più totale e meccanica apatia a controllare i rumorosi monitor degli elettrocardiogrammi, pronta a ricevere chiamate di rianimazione urgenti.
Tra cambi di pannoloni, merda, vomito, decessi improvvisi e tentativi di rianimazione che falliscono
 sempre.
Il grigiore e l'abbruttimento della sua vita sono rimarcati anche dal rapporto con il marito* (un uomo attempato e bruttarello che è quasi sempre in giro per lavoro col quale non ha praticamente nessun tipo di rapporto se non qualche breve conversazione al telefono in orari prestabiliti) e da quello coi colleghi e i parenti dei pazienti.
Piroska sembra completamente apatica e priva di tatto davanti a qualsiasi situazione: ogni volta che c'è un decesso è lei l'incaricata per fare la telefonata ai parenti della vittima ma anziché cercare di consolarli o addolcir loro la pillola li liquida con un meccanico e laconico ''tuo padre è morto oggi alle 8:45, contatta la sala autopsie per maggiori dettagli, ciao''.
Le cose non vanno meglio manco quando deve relazionarsi di persona coi parenti delle vittime e a tal proposito è a dir poco esplicativa una delle scene iniziali in cui una coppia cerca il suocero che non è più nella solita stanza e lei in tutta fretta li liquida dicendo una frase tipo ''ah, sì. È morto stamattina, l'abbiamo portato di sotto''.
Anche il rapporto con le colleghe non è dei più edificanti : sospettano tutte che Piroska provochi volontariamente eutanasie clandestine e spesso la emarginano o le parlano alle spalle.
Ma Piroska sembra vivere in un mondo tutto suo, è talmente alienata dallo schifo che è costretta a vedere tutti i giorni che ormai sembra essersi abituata a tutto, il suo viso è una maschera dalla quale non trapela mai neanche un barlume di emozione, è sempre fredda e totalmente distaccata da tutto quello che le succede intorno, è l'emblema della solitudine e della rassegnazione nei confronti della vita.
Poi un giorno però avviene qualcosa: nel suo reparto giunge una vecchietta con un nome familiare, Pal Adrienn, proprio come la sua migliore amica di infanzia , una bambina con la quale aveva un rapporto unico e irripetibile ma che per qualche ragione che lei stessa fatica a ricordare non sente e non vede da oltre 20 anni.
Qualcosa sembra essersi smosso nell'animo di Piroska , finalmente in mezzo a tutto quel grigiore riaffiora il ricordo dell'unico periodo felice e spensierato della sua vita, il ricordo di quella bambina tanto dolce e amichevole che lei reputa l'unica amica vera che abbia mai avuto.


ATTENZIONE, DA ORA IN AVANTI CI SARANNO SPOILER.

Presa dalla nostalgia Piroska si mette sulle tracce dell'amica dedicandosi anima e corpo e trascurando totalmente tutto il resto.
Comincia a contattare in successione una bidella storica della loro ex scuola, un ex insegnante,vecchi compagni di classe ma nessuno di loro riesce ad aiutarla nella ricerca, anzi molti di loro non ricordano nemmeno l'esistenza di questa fantomatica Adrienn.
Come se non bastasse chi si ricorda di lei la descrive come una ragazza problematica e cattiva, un immagine che è totalmente in contrasto coi ricordi di Piroska.
Il mistero si infittisce, Piroska è sempre più presa nella sua disperata ricerca che non va più neanche a lavorare rischiando così il licenziamento.
La prolungata assenza da casa inoltre, porta il marito a supporre che lei abbia un amante e la lascia di punto in bianco con un messaggio in segreteria telefonica in cui le confessa di non averla mai amata e anzi di aver fatto lo sforzo di sopportarla per tutti quegli anni senza cadere in tentazione di tradirla con una sua amica.
Sempre più sola, Piroska riesce ad ottenere un preziosa informazione da un ex compagno delle elementari, il quale aveva provato anche lui a contattare Adrienn per una rimpatriata di classe : pare che la ragazza si sia trasferita a Feketekút, un piccolo villaggio ungherese sperduto nella campagna.
Raggiunto il villaggio, Piroska si reca alla scuola del paese cercando di mettersi in contatto con la probabile ex insegnante di Adrienn ma scopre da Endre, figlio di quest'ultima, che la madre è stata ricoverata d'urgenza in ospedale a seguito di un emorragia celebrale.
Non serve un genio per intuire quanto la sorte è stata beffarda per l'ennesima volta con Piroska: l'ospedale in questione è proprio il St. Andrew Hospital.
Non resta che tornare indietro e provare a parlare con l'anziana signora la quale però è in coma e non può rispondere a nessuna domanda della giovane infermiera.
Piroska si reca più volte a far visita alla vecchietta e ogni volta le parla nella speranza che possa risvegliarsi ma è proprio durante una di queste visite che esausta si addormenta ai piedi del letto della moribonda la quale in un risveglio improvviso pronuncia qualcosa che nessuno riesce a sentire e poi muore.
Dopo aver dato un ultimo saluto alla madre Endre confessa a Piroska la sua relazione di 3 anni e mezzo con Adrienn la quale era scappata in quel villaggio sperduto assieme alla famiglia a causa della guerra negli anni del comunismo (suo padre era un disertore). Tuttavia anche lui non la sente più da anni anche se giura che durante la loro relazione Adrienn non abbia mai accennato all'amicizia con Piroska.

Endre si accinge a tornare al villaggio ma prima di partire si dimostra sensibile alla storia di Piroska e le consegna un foglietto con su scritto il vecchio numero di cellulare di Adrienn non sapendo però se quel numero sia ancora attivo.
Piroska torna a casa ma le ultime informazioni ricevute l'hanno distrutta emotivamente.
Non ha nemmeno il coraggio di provare a comporre quel numero di telefono.
Nella sua mente si comincia a palesare l'eventualità concreta che il suo rapporto speciale con la piccola Pal possa essere solo frutto della sua immaginazione di bambina e che la realtà sia molto diversa da come la ricorda lei.
Non vale più la pena proseguire nelle ricerche, andare oltre potrebbe voler dire cancellare l'ultimo barlume di felicità alla quale si è aggrappata disperatamente per tutto questo tempo.
Prende il foglietto con quel numero di telefono e lo getta in una valigia contenente i ricordi della sua infanzia.
Si torna al lavoro di tutti i giorni , questa volta la vecchietta morente da rianimare riesce a salvarsi ma resta pur sempre una malata terminale,la sua agonia è stata solo allungata di un altro giorno.

Il fatto che si sia salvata momentaneamente è solo una piccola eccezione che spezza una routine di merda, proprio come il ricordo di Adrienn ha spezzato per un breve periodo la monotonia della vita di Piroska,ma a conti fatti si resta ancorati ad un destino a senso unico, ad una vita senza sbocchi che ti toglie tutto, una vita in cui la memoria è l'unico appiglio possibile anche se differisce dal reale andamento dei fatti... l'illusione e la rassegnazione sono tutto quello che ci resta.


Il film si conclude con lo sguardo vitreo e assente di Piroska che contempla i monitor con gli elettrocardiogrammi dei vari pazienti e il loro incessante rumore , un rumore che rappresenta sì la vita che pulsa ma è al contempo fastidio assordante di una condizione che persiste contro qualsivoglia volontà di cessare...l'unico barlume di sollievo rimasto è contemplare quei monitor in attesa che il rumore cessi per sempre.



1*- il marito di Piroska vende sperma alle multinazionali che si occupano di fecondazione ed è interessante proprio questo parallelo tra lui che in qualche modo è complice nella creazione della vita e lei che invece assiste la morte. E' un dettaglio che rende ancora più evidente la diversità abissale fra i 2 e la loro conseguente incomunicabilità. Tuttavia si può anche sostenere che la presenza del marito sia una sorta di piccola (minuscola) scintilla di positività -vitalità all'interno della vita di Piroska, scintilla che al momento della separazione sparisce del tutto lasciandola sola con lo spettro della morte con la quale ha sempre dovuto convivere in solitudine.






2 commenti:

  1. Ehi, non avevo visto che al tempo ne avevi parlato anche tu :)

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    1. visto che papiro ? xD
      Ora invece ho un blocco che dura da mesi...anche se l'altro giorno ho visto un CAPOLAVORO di quelli che capitano una volta ogni mai, e forse potrei elaborare qualche riga...

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